Presentati i primi risultati dello studio sui fondali marini lagunari

02 dicembre 2014

La molluschicoltura e in particolare la coltivazione della vongola verace filippina è una realtà radicata in laguna di Marano che offre un prodotto di alta qualità, apprezzato in tutto il Paese. Ma il reddito dei pescatori che si dedicano a questa attività regolamentata in apposite aree è a rischio a causa della proliferazione di macroalghe che interessa i fondali lagunari.

Le macroalghe, indice di elevata produttività biologica della laguna, possono in alcuni casi provocare la morte delle vongole per soffocamento prima che queste raggiungano la taglia commerciale. Infatti, lo sviluppo massivo delle alghe che interessa questi fondali lagunari, specie in estate in condizioni di elevata temperatura dell’acqua, porta a fenomeni di degradazione operati da microorganismi che consumano tutto l’ossigeno disponibile nella colonna d’acqua e nel sedimento. Questi eventi conducono alla produzione di un ingente quantitativo di detrito anossico che condiziona pesantemente gli organismi che vivono al fondo o entro il sedimento e che non possono raggiungere aree più salubri.

Per studiare questo fenomeno, evidenziarne le cause, individuare le modalità per arginarle e analizzare le possibilità di gestione e smaltimento delle alghe, Aries, capofila di GAC FVG, ha affidato a una società specializzata uno studio che viene presentato oggi nella Sala Consiliare del Comune di Marano.
“Su questo tema – afferma Antonio Paoletti, presidente di GAC FVG e Aries – proprio oggi presentiamo lo studio che andrà a contribuire alla risoluzione del problema. Il GAC FVG, infatti, entra ora nella sua fase operativa dopo un periodo di acquisizione di informazioni, di incontri con gli operatori e di analisi. Le attività, finanziate dal Programma Operativo del FEP - Fondo Europeo per la Pesca 2007-2013 della Regione Friuli Venezia Giulia, nei prossimi mesi andranno a definire ulteriori azioni a sostegno dello sviluppo sostenibile della pesca e dell'acquacoltura regionali”.

Questo pomeriggio i risultati preliminari dello studio vengono presentati e discussi con i pescatori e con il comune di Marano Lagunare che gestisce le concessioni di allevamento dei molluschi (oltre 900 ettari). Si tratta infatti di mettere a punto modalità di gestione delle macroalghe che interferiscono con gli allevamenti che siano sostenibili per i pescatori e che garantiscano la tutela dell’ambiente lagunare.
“Nel confronto con gli operatori – ha evidenziato Daniele Curiel di Selc, la società che ha realizzato l’analisi – si è ipotizzato la possibilità di ammassare in varie zone della stessa concessione le alghe raccolte per consentire alle stesse di degradare naturalmente o in laguna, o in cassoni galleggianti. Un’altra delle ipotesi al momento presa in considerazione è quella di trovare dei finanziamenti che consentano una raccolta complessiva delle alghe dal fondale per poi trasferirle a una azienda che le trasformerebbe in biogas: una soluzione questa che potrebbe consentire anche un abbattimento dei costi del recupero delle stesse”.

“Ritengo che il GAC FVG – sono le parole del sindaco di Marano Lagunare, Devis Formentin – sia un’occasione per il territorio che consentirà attraverso anche finanziamenti dell’Unione Europea di attivare azioni per la valorizzazione del prodotto ittico locale, trovando al contempo soluzioni a problemi che possono danneggiare l’itticoltura locale”.

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